Lezione 2
Creare un ambiente favorevole: check up emozionale.
La cucina è il luogo dell’amore per eccellenza, senza amore non si può cucinare, senza amore come si potrebbe mangiare e stare bene? Senza amore non possiamo nutrire chi amiamo.
Lo sapevano le nostre nonne che in cucina trascorrevano gran parte della loro giornata, in quel luogo si consumavano le confidenze di tutta la famiglia, spesso i dolori venivano alleviati davanti al focolare con un cibo preparato con amore e le gioie celebrate d’innanzi a una tavola imbandita.
Prima di preparare ogni pietanza e di mangiarla tutti dovremmo compiere un atto di consapevolezza che permetta alle emozioni negative di affievolirsi e lasciar spazio a pensieri e sentimenti positivi.
Marc ed io quando cuciniamo ci concediamo prima di tutto un Check up emozionale, nel quale per qualche minuto prima di tutto ci abbracciamo, lo facciamo sempre, anche se non sempre cuciniamo insieme, questo atto rilassa non solo tutto il corpo ma anche la mente che a volte agitata si smuove tra mille pensieri o preoccupazioni.
A seguire cerchiamo qualche attimo nel quale respirare profondamente e chiudere fuori dalla porta ogni pensiero che non ha nulla di pacificante per noi, questo atto è semplice e funziona. Un gesto che inoltre rilassa lo stomaco e ci prepara a consumare il nostro pasto in armonia e piena presenza mentale.
In questo tempo nel respiro possiamo così accorgerci non solo delle tensioni che la mente trattiene ma altresì del corpo. Possiamo capire, percepire il nostro corpo e aiutarlo a rilassare stress momentanei che non ci aiuterebbero a cucinare senza farci male. A questo punto ripetiamo mentalmente, o verbalizzandolo, il nostro trattato i coppia-tenerezza, soffermandoci dove più ne sentiamo il bisogno.
Preparare un pasto intero coltivando i semi dell’amore e della tenerezza ci permetterà di creare il giusto nutrimento per noi, tutta la famiglia e per gli ospiti.
Rilasciare le emozioni negative e innaffiare semi delle buone emozioni è un atto che tutti noi possiamo coltivare ogni giorno e in ogni istante, certamente quando entriamo nella nostra cucina è come entrare nel cuore della persona che amiamo ( e nel nostro cuore) e credo sia per questa ragione che non si può cucinare senza “cuore”, e al tempo stesso se anche non conosciamo le tecniche più illustri ecco che l’amore è ingrediente indispensabile per ogni pasto!
Ricordo quando tolsi un dente a mio malgrado, la sera stessa il mio amato sposo ed io tornammo a casa, ero letteralmente stravolta, lui si mise in cucina e con tutto il suo entusiasmo iniziò a preparare una favolosa crema di miglio e lenticchie, devo premettere che il miglio non era uno dei miei cibi d’elezione ma questa crema, quella stessa sera mi parve eccezionale, era come se potessi percepire in ogni boccone,che a fatica riuscivo a deglutire ( per via dell’anestesia e punti), tutta la tenerezza che Marc aveva nel preparare ogni ingrediente.
Per i giorni a seguire fu lui a cucinare per me, ogni sorta di crema, scegliendo ingredienti con cura e amore, come una terapia attenta, invisibile che lui dedicava alla mia salute, al mio dente mancante, al mio corpo e alla mia anima. Naturalmente mi ripresi molto velocemente, e in quell’occasione ebbi chiaro quanto fosse necessario educare noi stessi, i nostri figli, il mondo all’amore e alla tenerezza; qualità che non vengono insegnate nella maggior parte delle scuole e non in tutte le famiglie.
Da quel giorno il miglior ristorante del mondo è per me casa nostra, ovunque ci troviamo ( in viaggio intorno al mondo), e insieme cuciniamo l’uno per l’altra.
Chek up emozionale per me non significa solo riconnetterci con la nostra parte migliore, amorevole, sana…ma anche darci un intento creativo prima di entrare in cucina e mettere le mani in pasta, di qualsiasi dieta si tratti, l’intento che darete alla preparazione del vostro pasto è fondamentale per stare bene e fare stare bene chi nutrite.
Un esempio lampante sorge alla mia memoria tra i piatti preparati da mia madre, la sua cucina spesso era influenzata dai suoi umori, credo che le pietanze da me più amate fossero quelle nelle quali, lei metteva tutto il suo estro ed entusiasmo alla vita.
Non importava cosa cucinasse, ma come ed è questo che ancora più rammento in cucina, ciò he conta sono le emozioni e l’intento con il quale cuciniamo!
Ecco che una mattina, durante la meditazione, semplicemente riflettevo su quanto si somigliano la tenerezza ed il lievito, silenziosamente fanno crescere in me la mia parte migliore, risvegliando quella carezza di eternità che mi porto dentro e dono a chi amo.
Ora ci penso sempre quando mangio e vorrei essere più fedele a quell’accenno di tenerezza, che dolcemente lievita in me.