E apparso sulla stampa web america il termine di yogic mindfulness o consapevolezza maggiore nell’alimentazione, non è cosa facile spiegarlo. Da anni ripeto “nessuna dieta stretta vale per tutti, ne per sempre per una singola persona”. Ciò significa che nemmeno l’alimentazione di Yogananda o l’alimentazione di Sai Baba vale per tutti. Perché la dieta deve essere concepita come funzionale alla condizione individuale. So per certo che problemi digestivi hanno a che fare sia con combinazioni alimentari che con le emozioni al momento del pasto. Si fa di necessità virtù creando un ambiente rilassato per mangiare.
1- la dieta di Patanjali: Se seguiamo un modello da fuori, come la dieta lacto vegetariana consigliata dagli Yogi storici, si tratta di eliminare tutti cibi tossici o tamasici, ridurre quelli rajasici e mangiare satvico sempre con moderazione. Mangiare troppo in fatti sarebbe rajasico. L’Ayurveda, è la scienza della vita sulla quale di basa l’alimentazione storico. Dal punto di vista caratteriale, questo modello corrisponde a chi agisce per non rompere equilibri, per cambiare il suo Karma piano piano. In alcuni casi, potrebbe essere un cambiamento alimentare salutare, ma mancante di spiritualità. Ritrovate tutti consigli per cucinare secondo questo modello nell’eccellente libro delle Edizioni Ananda, il gusto della gioia. Personalmente cucino senza dolcificanti complessi, e senza spezie, in quantità minore.
2- Intervenire sulla propria dieta a partire dalle proprie emozioni o situazione, stagioni e costituzione fisica. Se i principi anche salutari non vi bastano, vi tocca a invertire sul vostro approccio alla dieta. Stando non più ai stimoli esterni, ma alla vostra intuizione. Non esistono molti libri sull’argomento anche se fanno testo le pratiche di mindfulness presentate nel film Walk with me. La scelta di mangiare bene e in consapevolezza, che sembra monacale ha risultati strepitosi anche solo per periodi brevi. Quando dico che il contrario di piena coscienza è coma, dal greco “sonno” chi ancora mi ascolta sembra capire che le vie sono solo due. Libera la scelta tra alimentazione assonata e alimentazione consapevole. Per chi pratica Yogasana, la cartina tornasole per sapere se ci rispettiamo sono i progressi ( fisici, emotivi individuali e relazionali, e spirituali). Se non progredisci e non si sta bene allora si cambia dieta.
3- Esempio. La forza interiore porta lontano dagli schemi fissi, così da mangiare solo frutta al mattino per esempio, macrobiotico a pranzo e saltare il pasto serale. Ho fatto solo un esempio, di una giornata dove farò Yogasana alle 7, passerò una mattina invernale fredda con tante soddisfazioni al livello emotivo, e arriverò alla sera sazia sotto tutti punti di vista.
Vi consiglio di eliminare per risvegliare la propria intuizione ecco cosa
– café.
– Alcool.
– Eccessi di zucchero.
– Eccessi di sale.
– Fumo.
– Animal junk food.
– Droga.
Ecco le 5 Tecniche yoga per mangiare in un stato di piena coscienza:
– Tra un cibo biologico e uno non, scelgo il primo.
– Tra un cibo fresco e uno non, scelgo il fresco.
– Tra un cibo cucinato al momento e uno riscaldato, scelgo quello fresco.
– Tra un cibo offerto con amore e uno non, scelgo il cibo offerto con amore.
– Di fronte ad un cibo estremo che è fuori dalle mie linee guide di scelte alimentare e lontano da quello che farei per me stessa. Il mio yoga è di ringraziare in silenzio per il cibo a me offerto e mangiarlo con gusto.
Prima di concludere, tengo a chiarire questo ultimo punto. Lo yogi nell’antichità veniva considerato tale quando poteva mangiare di tutto un po’ e stare bene. Non si è mai pensato che lo yoga debba essere vegano, magari vegetariano, tenendo presente che in molti scritti indiani quando si parla di vegetarianesimo si include anche il pesce. Chi pratica yoga deve invece scegliere il proprio modo di alimentarsi nel rispetto del proprio sentire che cambia attraverso le stagioni della vita. Si può anche scegliere di eliminare per alcuni cibi per dei periodi più o meno lunghi, ma sempre nel rispetto di ciò che corpo, mente e spirito rimandano a noi.
Chi sceglie la via di chi non mangia mai prodotti di origine animale deve sapere che non necessariamente sarà meglio o sarà in salute. In fatti anche le patatine fritte sono vegane, e non è detto che mangiarli in eccesso faccia bene. In questo caso consiglio di farsi seguire da un medico consapevole e non talebano.
Chi sceglie la via della consapevolezza dello yoga, troverà svariati benefici a tavola e saprà moderare le sue scelte non attraverso un’ideologia limitata, o una moda passeggera ma attraverso le risposta del suo innato equilibrio psicofisico.
per chi ha letto fino a qui e ha domande:
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